Con il passaggio allo standard DVB-T2 nasce la nuova TV Digitale in alta definizione: cresce la qualità del segnale, migliorano le trasmissioni e i servizi.
Questo importante switch OFF si verificherà in tutta Italia dal 21 al 30 giugno 2022 e comporterà una serie di cam- biamenti importanti non solo per i tecnici del settore, ma anche per gli utilizzatori del servizio televisivo.
Vediamo le ragioni e le fasi di questo importante passaggio.
Perché un nuovo standard?
Con un provvedimento del 2017 – Decisione (UE) 2017/899 – il Parlamento Europeo ha deliberato la cessione della banda 700 MHz alla telefonia mobile per lo sviluppo di reti ad alta velocità senza fili 5G, riducendo quindi le frequen- ze disponibili per i servizi televisivi.
Per trasmettere la stessa quantità di canali in uno spazio quasi dimezzato, si è resa necessaria l’adozione dello standard di trasmissione digitale di seconda generazione DVB-T2, molto più efficiente e vantaggioso.
Questo passaggio sarà accompagnato anche all’introduzione di un nuovo standard di compressione per garantire maggiore efficienza e migliorare la qualità dei contenuti video: si passerà dalla codifica standard definition MPEG-2 a quella high definition MPEG-4.
Modifica delle frequenze
Con il rilascio della banda 700 MHz è iniziato anche il processo di modifica e ridistribuzione delle frequenze. Nel no- stro Paese in particolare, già a partire da gennaio 2020, si sta verificando la risintonizzazione progressiva dei canali nazionali E50-E52 e la ricollocazione di quelli locali E51-E53, in modo da non creare interferenze con i paesi confi- nanti che già oggi utilizzano i servizi 5G (ad esempio la Francia); questo passaggio, che interessa quest’anno la parte sud della Sicilia e le regioni adriatiche, si concluderà entro dicembre 2021,
Più delicata l’applicazione del nuovo Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNAF) che prevede la libe- razione della banda UHF dal canale E49 (694MHz) al canale E60 (790MHz), la riorganizzazione e l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze, con l’occupazione finale di 12 canali nazionali e 2 locali in tutto il territorio nazionale. Questo passaggio comporterà difficoltà nella ricezione corretta dei programmi con conseguente necessità di rinno- vare gli impianti di distribuzione.